Il Cover-over negli Stati Uniti e il suo utilizzo

Porto Rico utilizza entrate cover-over per finanziare le attività di marketing e promozionali per le industrie rum. Gli importi esatti e la portata di queste attività non sono chiari in quanto non è disponibile una pubblicazione separata del bilancio. Tuttavia, una lettera dal Resident Commissioner di Porto Rico Pierluisi (e altri tre membri del Congresso) afferma: “Porto Rico utilizza attualmente una piccola frazione delle entrate derivanti dalle accise federali di circa il 6%, per promuovere rum portoricano in generale.” Il restante 94% rimarrebbe disponibile per le spese generali di Porto Rico, ma una parte consistente finisce in sussidio a un’importante multinazionale che con i suoi stabilimenti ha portato posti di lavoro nell’isola: Bacardi Ltd. I fondi destinati a Bacardi non risultano nei sussidi al rum portoricano generico.

Siamo in presenza di una situazione molto particolare, in cui il governo portoricano destina una piccola parte dei fondi a sostegno dei rum locali e una parte maggiore (e difficilmente quantificabile, in quanto la legislazione interna è complessa e nebulosa) alla più grande multinazionale del rum esistente al mondo.

Nelle isole vergini la situazione risulta più chiara: le USVI utilizzano diversi strumenti oltre al sussidio diretto per sovvenzionare la produzione di rum nelle USVI. L’Autorità per la Finanza Pubblica delle Isole Vergini (VIPFA) finanzia la spesa di infrastrutture pubbliche utilizzate quasi esclusivamente dall’industria rum. La dimensione del sussidio per l’industria del rum sponsorizzato dallo stato non è quindi trasparente o facilmente misurabile: le spese per le infrastrutture pubbliche che aiutano indirettamente l’industria rum e non sono in genere considerate un sussidio industriale, mentre le spese utilizzate per le infrastrutture di produzione del rum sono più dirette, anche se è ancora problematico misurare esattamente la sovvenzione. Quantificare il contributo significa stabilire quali costi, comprese le imposte e tasse, l’industria avrebbe dovuto sostenere senza l’assistenza pubblica, costi difficili da stabilire con esattezza, ma stimabili nell’ordine di grandezza di decine di milioni di dollari l’anno.

Oltre alla spesa per infrastrutture, recentemente, il VIPFA ha emesso una serie di obbligazioni speciali garantite dalla tassa rum per finanziare i produttori a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Questi obbligazioni sono spesso indicate come “obbligazioni fiscali del rum.” Nel luglio 2008 l’assemblea legislativa delle USVI ha votato 10 a 5 a favore di un accordo contrattuale di 30 anni con Diageo, il creatore del Captain Morgan (popolare marca di rum) per iniziare le operazioni nelle USVI e per rimanerci almeno 30 anni.

Da tale accordo, il VIPFA si è mosso per portare avanti l’emissione delle cosiddette “obbligazioni fiscali del rum” che sono prodotte dai proventi del cover-over. Ci sono state due emissioni obbligazionarie dal VIPFA sostenute dalle entrate fiscali sul rum nel 2009.

Il 9 luglio 2009, la VIPFA ha offerto 250 milioni di dollari di obbligazioni fiscali di rum per “fare un prestito dal governo in modo tale da concedere a Diageo USVI di finanziare l’acquisto, la progettazione, la costruzione, lo sviluppo e l’allestimento di un magazzino per la produzione e maturazione di rum, e gli eventuali miglioramenti ed integrazioni, per essere collocato in St. Croix”.

In data 8 ottobre 2009, il VIPFA ha segnalato l’intenzione di emettere 105 milioni dollari di obbligazioni sul rum per un secondo produttore di rum, Cruzan. In cambio, Cruzan sarebbe d’accordo a rimanere nelle USVI per 30 anni. Il rapporto indica che i 30 milioni di dollari del prestito obbligazionario potrebbero finanziare un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue e altri $ 75 milioni sarebbero versati per espandere la distilleria Cruzan. Il 27 ottobre 2009, l’assemblea legislativa delle USVI ha approvato l’emissione di obbligazioni sul rum per Cruzan.

Nel 2011 le USVI hanno fornito un supporto diretto pari a 18,7 milioni dollari per il rum Cruzan. Questo rappresenta circa il 19% della somma ricevuta in entrate da cover-over delle accise sul rum importato dalle USVI, a cui bisogna aggiungere la somma data a Diageo e ad altri produttori.

Claudio Pierini

Il Cover-over negli Stati Uniti e il suo utilizzo

Porto Rico utilizza entrate cover-over per finanziare le attività di marketing e promozionali per le industrie rum. Gli importi esatti e la portata di queste attività non sono chiari in quanto non è disponibile una pubblicazione separata del bilancio. Tuttavia, una lettera dal Resident Commissioner di Porto Rico Pierluisi (e altri tre membri del Congresso) afferma: “Porto Rico utilizza attualmente una piccola frazione delle entrate derivanti dalle accise federali di circa il 6%, per promuovere rum portoricano in generale.” Il restante 94% rimarrebbe disponibile per le spese generali di Porto Rico, ma una parte consistente finisce in sussidio a un’importante multinazionale che con i suoi stabilimenti ha portato posti di lavoro nell’isola: Bacardi Ltd. I fondi destinati a Bacardi non risultano nei sussidi al rum portoricano generico.

Siamo in presenza di una situazione molto particolare, in cui il governo portoricano destina una piccola parte dei fondi a sostegno dei rum locali e una parte maggiore (e difficilmente quantificabile, in quanto la legislazione interna è complessa e nebulosa) alla più grande multinazionale del rum esistente al mondo.

Nelle isole vergini la situazione risulta più chiara: le USVI utilizzano diversi strumenti oltre al sussidio diretto per sovvenzionare la produzione di rum nelle USVI. L’Autorità per la Finanza Pubblica delle Isole Vergini (VIPFA) finanzia la spesa di infrastrutture pubbliche utilizzate quasi esclusivamente dall’industria rum. La dimensione del sussidio per l’industria del rum sponsorizzato dallo stato non è quindi trasparente o facilmente misurabile: le spese per le infrastrutture pubbliche che aiutano indirettamente l’industria rum e non sono in genere considerate un sussidio industriale, mentre le spese utilizzate per le infrastrutture di produzione del rum sono più dirette, anche se è ancora problematico misurare esattamente la sovvenzione. Quantificare il contributo significa stabilire quali costi, comprese le imposte e tasse, l’industria avrebbe dovuto sostenere senza l’assistenza pubblica, costi difficili da stabilire con esattezza, ma stimabili nell’ordine di grandezza di decine di milioni di dollari l’anno.

Oltre alla spesa per infrastrutture, recentemente, il VIPFA ha emesso una serie di obbligazioni speciali garantite dalla tassa rum per finanziare i produttori a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato. Questi obbligazioni sono spesso indicate come “obbligazioni fiscali del rum.” Nel luglio 2008 l’assemblea legislativa delle USVI ha votato 10 a 5 a favore di un accordo contrattuale di 30 anni con Diageo, il creatore del Captain Morgan (popolare marca di rum) per iniziare le operazioni nelle USVI e per rimanerci almeno 30 anni.

Da tale accordo, il VIPFA si è mosso per portare avanti l’emissione delle cosiddette “obbligazioni fiscali del rum” che sono prodotte dai proventi del cover-over. Ci sono state due emissioni obbligazionarie dal VIPFA sostenute dalle entrate fiscali sul rum nel 2009.

Il 9 luglio 2009, la VIPFA ha offerto 250 milioni di dollari di obbligazioni fiscali di rum per “fare un prestito dal governo in modo tale da concedere a Diageo USVI di finanziare l’acquisto, la progettazione, la costruzione, lo sviluppo e l’allestimento di un magazzino per la produzione e maturazione di rum, e gli eventuali miglioramenti ed integrazioni, per essere collocato in St. Croix”.

In data 8 ottobre 2009, il VIPFA ha segnalato l’intenzione di emettere 105 milioni dollari di obbligazioni sul rum per un secondo produttore di rum, Cruzan. In cambio, Cruzan sarebbe d’accordo a rimanere nelle USVI per 30 anni. Il rapporto indica che i 30 milioni di dollari del prestito obbligazionario potrebbero finanziare un nuovo impianto di trattamento delle acque reflue e altri $ 75 milioni sarebbero versati per espandere la distilleria Cruzan. Il 27 ottobre 2009, l’assemblea legislativa delle USVI ha approvato l’emissione di obbligazioni sul rum per Cruzan.

Nel 2011 le USVI hanno fornito un supporto diretto pari a 18,7 milioni dollari per il rum Cruzan. Questo rappresenta circa il 19% della somma ricevuta in entrate da cover-over delle accise sul rum importato dalle USVI, a cui bisogna aggiungere la somma data a Diageo e ad altri produttori.

Claudio Pierini

Pernod Ricard: scalata in vista?

Pernod Ricard è una delle più importanti multinazionali attive nel settore delle bevande alcoliche, nata nel 1975 dall’unione delle due aziende francesi Pernod e Ricard. Il suo portafoglio comprende centinaia di prodotti, ed è nota agli appassionati di rum per essere la proprietaria dei marchi Havana Club e Malibu, e a tutti gli italiani per l’amaro Ramazzotti. Nonostante la grande crescita che l’ha portata negli ultimi decenni ad essere uno dei leader mondiali del settore, la società ha mantenuto una struttura di governance “antiquata”, essendo ancora diretta da una gestione familiare: Alexander Ricard è infatti chairman e CEO, e la famiglia Ricard è tuttora l’azionista di maggioranza relativa, situazione alquanto peculiare per un’azienda di tale importanza e dimensione.

Eppure, questa peculiarità potrebbe finire: lo scorso 12 dicembre il fondo Elliott Management (noto a tutti i milanisti per essere il proprietario del Milan) ha annunciato di possedere una partecipazione superiore al 2,5% in Pernod Ricard. Certo, la partecipazione è ancora minima, ma Elliott non è certo un fondo che ha fama di accontentarsi di un 2,5%. E infatti (come riporta il settimanale Affari&Finanza dello scorso 11 febbraio) poco dopo l’acquisizione della quota di capitale Elliott ha diramato una nota in cui, a proposito di Pernod Ricard, parla di un “contesto caratterizzato da una corporate governance inadeguata e da una mancanza di prospettive esterne che ha contribuito ad una sottoperformance” per poi sottolineare come “miglioramenti in seno alla governance e a livello operativo potrebbero permettere a Pernod di sbloccare gran parte del valore della società”. In poche parole, uno schiaffo totale all’operato del management di Pernod Ricard.

La suddetta nota di Elliott termina auspicando la cessione di marchi non più strategici e una possibile fusione con un’altra grande azienda di alcolici. Secondo molto osservatori è proprio qui che si deve cercare la ratio delle azioni di Elliott: il fondo non vorrebbe infatti scalare Pernod Ricard e prenderne il controllo, ma favorire uno “spezzatino” tra due altri grandi player del mercato, il leader mondiale Diageo (proprietaria fra gli altri dei rum Captain Morgan, Zacapa, Cacique e Pampero) e l’azienda francese Lvmh.

Intanto, in una conferenza stampa lo scorso giovedì 7 febbraio, Alexander Ricard ha annnciato che il fatturato dell’azienda è cresciuto del 7,8%, arrivando a raggiungere 5,1 miliardi di Euro. Una cifra che fa gola a molti, e che legittima le ambizioni di Elliott.

Claudio Pierini