PUNCH !

Come abbiamo visto nei precedenti articoli, nel corso del ’700 il rum penetrò profondamente nella cultura del popolo britannico. Una delle ragioni del suo successo fu la grande diffusione di una bevanda che, come il rum, venne presto considerata qualcosa di tipicamente British, il Punch.

Per quanto ne so la parola compare per la prima volta in una lettera scritta da un soldato della Compagnia delle Indie ad un factor , cioè un rappresentante commerciale, della stessa nel 1632. Poco anni dopo, in altre lettere e resoconti di viaggio in Oriente, sempre negli ambienti della Compagnia, compare la descrizione degli ingredienti di base con cui era fatto: acqua, distillato, agrumi, zucchero e spezie. E questa è rimasta sempre la composizione fondamentale del Punch. I pareri sono invece discordi su chi lo abbia realmente inventato. Secondo alcuni era una bevanda tradizionale indiana, che poi gli inglesi hanno fatto propria. Altri pensano invece che sia stata inventata da qualche factor della Compagnia delle Indie Orientali per sopportare meglio la noia, la solitudine, la incombente presenza di un mondo grande ed estraneo. Uno degli autori che più approfonditamente si è occupato della materia, formula l’ipotesi che sia stato inventato invece dai marinai britannici in Oriente.

Comunque, per fare il Punch, in India usavano l’Arrak, un distillato proveniente da varie materie prime, fra cui la canna da zucchero. In Gran Bretagna all’inizio utilizzarono il Brandy, ma presto il Rum divenne il distillato più usato nella preparazione del Punch, forse perché fin da quei tempi capirono che il rum era ottimo in ogni tipo di miscelazione.

Il Punch è una costante della vita sociale britannica del ‘700, tanto che la letteratura dell’epoca ne è piena. Per esempio, Henry Fielding fa dire al cappellano di una prigione “Se proprio dobbiamo bere, allora beviamo una Coppa di Punch – un Liquore che preferisco, dato che nelle Scritture non si parla mai contro di lu “ E il famoso giornalista Ned Ward sostiene che il Punch “ se composto di buoni ingredienti, e preparato con cura, supera di gran lunga tutte le bevande lisce dell’universo”. Era consumato in grande quantità, sia freddo che caldo, con agrumi, spezie e quant’altro accendesse la fantasia di chi lo preparava. Veniva bevuto a balli e matrimoni e in ogni genere di festa o ritrovo mondano. A questi eventi socialmente rispettabili partecipavano anche le donne che si abituarono quindi a bere il Punch ed il Rum.

Poi c’era un altro famoso tipo di evento sociale. Spesso un gruppo di amici, qualche volta facenti parte di un Club, si riuniva per lunghe notti di baldoria attorno al Flowing Bowl (che tradotto un po’ alla buona potrebbe essere Coppa dell’Abbondanza), come era chiamato dai suoi devoti l’apposito contenitore in cui veniva preparato il Punch. La Coppa troneggiava generalmente al centro del tavolo e da essa i convitati prendevano il Punch con uno o più cucchiai per versarlo nei loro bicchieri. Dopo un po’, quando tutti erano ormai alticci, spesso qualche buontempone beveva il Punch rimasto direttamente dalla Coppa, usandola come una specie di grossa tazza. A queste feste partecipavano solo uomini adulti e benestanti, qualche volta con la compagnia di alcune signore non proprio “perbene”, mentre le donne rispettabili ne erano escluse. Questo tipo di riunione mondana incentrata sul Punch fu immortalata dal grande pittore e incisore satirico William Hogarth nella sua famosa opera “A Midnight Modern Conversation” che illustra questo articolo.

Il Punch era caro. Nella Gran Bretagna del ‘700 gli agrumi erano difficili da trovare, spesso non erano buoni e comunque erano sempre costosi. Altrettanto costose erano le spezie, fra cui primeggiava la noce moscata. Infine lo stesso recipiente, il Bowl, diventò sempre più elaborato, spesso realizzato da bravi artigiani ed arricchito con decorazioni e metalli preziosi. Credo anche che uno dei modi di berlo, quelle lunghe nottate passate in compagnia attorno ad un tavolo a fumare, bere e parlare, non fosse alla portata di chi doveva alzarsi la mattina dopo per andare a lavorare. Insomma, i ceti inferiori non potevano permetterselo ed anche per questo il Punch divenne socialmente rispettabile

Nacque una vera e propria cultura del Punch e il rum, che del Punch era l’ingrediente fondamentale, cominciò a brillare di luce riflessa: perse la sua cattiva fama di distillato a buon mercato e di infima qualità, buono solo per soldati, marinai e altra gente di basso rango e fece il suo ingresso nella buona società britannica.

Marco Pierini

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